Parità di Genere

Certificato del Sistema di Gestione per la Parità di Genere

Parità di genere

le leggi che hanno cambiato la storia

Era il 24 marzo del 1947, esattamente 71 anni fa, quando l’Assemblea costituente approvava l’articolo 3 della Costituzione. Articolo che proclama l’uguaglianza di fronte alla legge senza distinzione di sesso. Solo la prima tappa di un lungo e faticoso cammino per l’affermazione della parità di genere.


E’ del 1950 la legge per la “tutela fisica ed economica delle lavoratrici madri. Legge fondamentale che introduce il divieto di licenziamento dall’inizio della gestazione fino al compimento del primo anno di età del bambino. Il divieto di affidare alle donne incinte il trasporto e il sollevamento di pesi ed altri lavori pericolosi, faticosi o insalubri. E il divieto di adibire al lavoro le donne nei tre mesi precedenti il parto e nelle otto settimane successive salvo possibili estensioni.


Rimaneva però il problema delle clausole di nubilato che, se inserite nei contratti di lavoro, potevano causare la perdita del lavoro per le donne appena si sposavano. Solo nel 1963 vengono approvate le norme che vietano il licenziamento in caso di matrimonio e sostengono la maternità delle lavoratrici.


Analisi del contesto

Secondo l’ultimo rapporto sulla parità di genere del World Economic Forum (2021), nessun Paese al mondo ha colmato i divari di genere.

Nel 2023 il nostro Paese è precipitato dalla 63esima alla 79esima posizione nella classifica del Global gender gap report, che monitora i progressi verso la parità di genere in 143 Paesi. Considerando i 36 Paesi europei, ci piazziamo solo al 30esimo posto.

Livello scolastico:

secondo il Censis (2019), le laureate in Italia sono pari al 56% del totale. Sono ancora in minoranza nei percorsi di laurea STEM (scienza, tecnologia, ingegneria, matematica).

L’occupazione:

Nel 2018 (popolazione 15-64 anni, ISTAT) il tasso di occupazione femminile è stato pari al 49,5% (Istat) contro il tasso maschile pari al 67,6%, valore quasi stabile nell’ultimo decennio.

Nel 2018, il 32,4% delle donne italiane occupate lavora part- time contro l’8% degli uomini. L’Istat stima che il 60% del part-time sia involontario. Inoltre, la maternità comporta una riduzione nella partecipazione femminile al mercato del lavoro: secondo i dati Istat (2019), in Italia il tasso di occupazione delle madri (25-64 anni) è 54,5%, contro l’83,5% dei padri.

La UE, nel marzo del 2020, ha predisposto il documento “Un'Unione dell'uguaglianza: la strategia per la parità di genere 2020-2025 ” definendo azioni chiave per raggiungere la parità di genere entro il 2025.

Nel mese di luglio 2021 l’Italia ha predisposto, tramite la Ministra per le Pari opportunità, la Strategia Nazionale sulla Parità di Genere 2021-2025, che si ispira alla Gender Equality Strategy 2020-20,25 dell’Unione Europea, ed è strettamente correlata al PNRR, di cui uno dei dispositivi legislativi è la Legge 5 novembre 2021 n. 162 sulla parità salariale.


La letteratura recente sottolinea che le aziende più inclusive sono in grado di creare un valore più elevato e gli studi esistenti mostrano che la presenza di donne in posizioni decisionali si accompagna alla definizione di una nuova agenda, dove temi come l’inclusione, la sostenibilità, il work-life balance diventano prioritari.

L'impegno di Trenton

TRENTON, riconosce l’importanza della parità di genere come strumento per migliorare la competitività delle imprese e favorire il loro sviluppo sostenibile, rafforzando la posizione delle donne all’interno delle strutture aziendali e nell’ambiente lavorativo”. 

TRENTON si è attivata per recepire i principi di gender equality dal momento del recruiting fino al pensionamento. Sulla loro base si pone come obiettivi:

Aumentare la presenza femminile interna,

Garantire pari opportunità di carriera e trattamento economico,

Migliorare le condizioni di work-life balance adeguate anche nel riequilibrio dei carichi familiari tra uomini e donne,

A preservare un ambiente di lavoro che rifiuti stereotipi, discriminazioni, ogni forma di molestia e di abuso fisico, verbale, digitale.

Che cosa è la UNI/Pdr 125:2022 ?

La Parità di genere è uno dei 17 obiettivi fissati dall’ONU per lo sviluppo sostenibile (SDGs n.5) ed è il focus della Missione n.5 del PNRR italiano, il quale trova la sua applicazione nella Prassi di Rifermento UNI/PdR 125:2022 che definisce le linee guida di un sistema di gestione per la parità di genere. L’impegno delle aziende sui temi della diversità e inclusività sta diventando sempre più importante: la propensione a consigliare un brand aumenta quando le aziende sono inclusive.

La Prassi UNI è al momento l’unico standard nazionale sulla materia ed è stato predisposto da un ampio tavolo di parti interessate, che costituiscono lo stato dell’arte sul pensiero e sull’azione relativamente alla tematica “parità di genere”.

La UNI/PdR 125:2022 è la prassi che definisce i temi da trattare per supportare l’empowerment femminile all’interno dei percorsi di crescita aziendale e nello stesso tempo evitare stereotipi, discriminazioni e ri-orientare la cultura aziendale in modo che possa essere sempre più inclusiva e rispettosa delle competenze femminili. 

La UNI/PdR 125:2022, in accordo al Decreto Bonetti del 29 Aprile 2022, è stato identificato come il documento di riferimento per la certificazione nazionale voluta dal PNRR alla missione n. 5 e collegata alle premialità in termini di sgravi sui contributi previdenziali complessivi dovuti dal datore di lavoro e punteggi premianti per gare pubbliche.

La Prassi di Riferimento sarà lo standard legato alla Certificazione Nazionale voluta dal PNRR alla Missione n. 5 e collegata alle premialità in termini di sgravi sui contributi previdenziali per le assunzioni a partire dal 1/1/2022 e punteggi premianti per gare pubbliche.
 
L’ottenimento della certificazione valorizza l’impegno delle aziende nello sviluppare e comunicare politiche relative alla parità di genere. 

La UNI/Pdr 125:2022 prevede la misura, la rendicontazione e la valutazione dei dati relativi al genere nelle organizzazioni con l’obiettivo di colmare i gap attualmente esistenti e incorporare il nuovo paradigma relativo alla parità di genere nel DNA delle organizzazioni.

L’obiettivo finale è quello di produrre un cambiamento sostenibile e durevole nel tempo rivolto anche al miglioramento delle performance economiche e finanziarie. 

 

La certificazione UNI/PdR 125:2022 oltre a riservare interessanti benefici alle aziende che decidono di conseguirla, ad esempio, garantisce l’accesso a sgravi contributivi fino a 50 mila euro e un rating vantaggioso nella partecipazione a bandi italiani ed europei.


È anche un importantissimo veicolo verso lo sviluppo di nuovi scenari organizzativi che sicuramente possono contribuire a proiettare TRENTON verso il suo nuovo futuro

 

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